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ottobre 2004
«il Cavatappi»
Rubrica a Cura Del Vecchio Loris...
 tutti i «cavatappi»

Loris
Cari enonaviganti, buongiorno!

Da oggi prende il via questa nuova rubrica che seguirà le nostre degustazioni. Questo per fare delle considerazioni sulla serata appena trascorsa, parlo de il Baccanale Romano, e per raccontarla a chi non ha potuto parteciparvi.
Ad ogni modo, essendo la prima volta che riempio queste pagine virtuali, io sento la necessità di dirvi qualcosa di diverso e raccontare perché abbiamo deciso di intraprendere questa avventura, dello spirito che unisce le persone che organizzano questi eventi a chi partecipa alle nostre serate.

Di questi tempi è facile essere ‘appassionati’ di vino e ripetere il rituale di mettere il naso nel bicchiere. Tutti partecipano ad ogni sorta di degustazione, di qualsiasi genere, con gli abbinamenti più fantasiosi e improbabili. Ormai si abbina tutto con tutto, vino e moda, vino e musica, vino e arte… Dove andremo a finire? Forse ad abbinare vino e segni dello zodiaco oppure vino e razze canine? In ogni trasmissione televisiva tutti cucinano e appena terminata la preparazione del piatto, arriva subito il sommelier di turno che, in cinque secondi, ci fa l’abbinamento ‘giusto’ e descrive il vino appropriato: “ampio”, “fruttato”, “armonico” ecc.

Stanchi di tutto questo, circa due anni fa, quando la situazione non era tanto conclamata, questi ‘carbonari del buon bere’, hanno fondato il Baccanale Romano ed hanno, dapprima, cominciato a stappare bottiglie e a riunirsi segretamente in casa, poi, sono usciti allo scoperto cominciando a coinvolgere altre persone e con il passare del tempo, a contagiare nella loro iniziativa un numero sempre crescente di partecipanti, fino a creare l’Associazione di Vinoinrete. Questo non significa che nelle serate di Testaccio non si abbini nulla al vino, anzi, l’altra sera la zuppa d’orzo e fagioli di Rocco era una delizia.
Qui si raccontano storie, del territorio, del vitigno, di chi con passione produce un determinato vino. Anche qui si mettono i nasi nei bicchieri, in particolare è il naso di Ciccio, ma non c’è la corsa a trovare il ribes piuttosto che la rosa canina, il pepe rosa o il cardamomo. Nelle serate del Baccanale Romano si cerca il gusto dello stare insieme, di sentire un racconto che ogni mese cambia, di amalgamare storie, persone e vino.

Vi racconto una storia anche io: durante l’ultima degustazione del 2003-2004, quella relativa al Lambrusco, che si teneva al ristorante ‘Sogno del mare’ a Fregene, vicino Roma, mentre stavamo per dare inizio alla serata, mi si avvicina una persona, un signore che chiameremo Dario, perché si chiama proprio così. Dario timidamente mi chiese cosa stessimo facendo e poi se poteva unirsi a noi, anche se non beveva vino. Naturalmente poteva partecipare, ma osservai che, se non beveva vino avrebbe perso parte importante, anzi essenziale della serata, perché avrebbe sì ascoltato le nostre storie, ma non avrebbe mai potuto godere, con tutti i suoi sensi, del vino che Oscar avrebbe descritto. Dario capì e si convinse ad assaggiare il vino. Ecco, da quel giorno Dario è diventato uno dei nostri, e ieri l’ho rivisto con piacere, anzi ha portato con se anche un’altra persona. Questo per dirvi qual’è lo spirito che unisce i soci di Vinoinrete e gli amici del Baccanale Romano. Dimenticavo di dirvi una cosa importante, cioè che qualche sera fa abbiamo degustato il Tocai Friulano e che lo abbiamo abbinato con successo ad una cinquantina di persone sorridenti.



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9/12/2004 12.25